
L’arrivo di .NET 10 non è l'ennesimo aggiornamento, è il punto in cui decidi se restare fermo o seguire tutto il resto che evolve.
C'è una domanda che ti fai ogni novembre, quando Microsoft rilascia una nuova versione di .NET.
"Vale davvero la pena migrare?"
E finisci sempre con lo stesso dubbio: cambiare significa rischiare, restare fermi significa perdere terreno.
.NET 10 è diverso, non perché ti promette miracoli o perché ha una lista infinita di feature che non userai mai.
Ma perché questa volta Microsoft ha fatto una scelta chiara: LTS (Long-Term Support) per 3 anni, fino a novembre 2028.
Significa che, se stai costruendo qualcosa di serio, qualcosa che deve durare, questa è la tua base.
Non è una versione da sperimentare e abbandonare dopo sei mesi, è quella che ti accompagnerà nei prossimi anni, mentre gli altri inseguono ancora .NET Framework 4.8 o si domandano se valga la pena passare da .NET 7.
E qui sta il punto: chi parte ora con .NET 10 ha anni di vantaggio su chi aspetta.
Nelle prossime sezioni scoprirai cosa significa davvero questo aggiornamento.
Non la solita lista di modifiche che trovi ovunque, ma il valore reale che queste portano a chi scrive codice, a chi deve consegnare progetti, a chi ogni giorno si scontra con le limitazioni degli strumenti che usa.
Vedremo perché .NET 10 è più veloce, più sicuro, più adatto all'AI ed è più semplice da usare.
E soprattutto, capirai perché questa è l'ultima occasione per non restare indietro.
Il passaggio da .NET 9 non è un upgrade: è un salto generazionale

Prima di entrare nel dettaglio di cosa porta .NET 10, serve capire da dove veniamo.
.NET 9 è uscito a novembre 2024 e ha fatto il suo dovere: performance migliori, LINQ più veloce, hot reload più stabile.
Un buon aggiornamento, ma destinato a vivere con solo 18 mesi di supporto.
Era chiaro fin da subito che non sarebbe stata la versione su cui costruire il futuro.
.NET 10 invece è la versione che aspettavi.
Non solo perché è LTS, ma perché contiene i miglioramenti che .NET 9 ha testato e che ora sono stabili, maturi, pronti per la produzione.
E poi ci sono le novità vere: quelle che cambiano il modo in cui lavori.
Se vieni da .NET Framework 4.8, il salto è ancora più netto.
Non stiamo parlando di aggiungere qualche funzione qua e là.
Stiamo parlando di riscrivere le regole del gioco: performance che erano impensabili, deployment in container nativi, supporto AI integrato, sicurezza post-quantum, tooling che sembra leggere nel pensiero.
Anche se vieni da .NET 7, che è ancora supportato ma “morirà” a maggio 2026, non hai più scuse.
.NET 10 è quello che .NET 7 avrebbe voluto essere: stabile, veloce, completo.
Ecco il punto: ogni versione che rimandi, ogni salto che non fai, non è solo un numero che lasci indietro, è un pezzo di futuro che cedi, un vantaggio che scivola via e un debito silenzioso che cresce finché non diventa impossibile ignorarlo.
Migrare a .NET 10 non è solo questione di avere l'ultima versione, è questione di smettere di lavorare con gli attrezzi del passato mentre gli altri costruiscono con quelli del futuro.
Il runtime è più veloce del 49% e tu lo senti subito

Le performance non sono un dettaglio tecnico da relegare in fondo a un articolo.
Sono la prima cosa che percepisci quando avvii un’applicazione .NET 10, e questa volta la promessa è reale.
Microsoft afferma che è la versione più veloce mai rilasciata, e i benchmark lo confermano con tempi di risposta medi inferiori del 49% rispetto a .NET 8.
Non si tratta di micro-ottimizzazioni visibili solo in casi limite, ma di miglioramenti che influenzano direttamente il modo in cui gli utenti vivono la tua applicazione.
Il compilatore JIT è stato rivisto nei suoi punti più critici e con .NET 10 questo si traduce in vantaggi concreti:
- tempi di risposta medi più rapidi fino al 49 per cento rispetto alle versioni precedenti
- meno pause impreviste grazie a una gestione più intelligente di memoria e calcoli
- serializzazione dei dati sensibilmente più veloce
- cicli e iterazioni ottimizzati, che eliminano passaggi inutili e sprechi nascosti
- una capacità reale di servire più utenti con meno server e meno risorse
Ora il JIT esegue l’inlining dei metodi giusti nel momento opportuno, devirtualizza le chiamate quando può e alloca piccoli array direttamente sullo stack invece che sull’heap.
Il risultato è meno pressione sul garbage collector, meno interruzioni e un'esperienza più fluida.
A questo si aggiunge il supporto AVX10.2 per processori x64.
Se lavori con calcoli numerici, AI, elaborazioni di immagini o simulazioni, questa singola feature giustifica l’aggiornamento.
Offre operazioni vettoriali massicce in parallelo, accelerazione hardware nativa e una velocità che prima richiedeva librerie esterne o codice unsafe.
E se pensi “ok, ma io non uso l’AI”, considera che la serializzazione JSON è tra il venti e il quaranta per cento più veloce.
Le ottimizzazioni sui loop includono tecniche avanzate di inversione e le enumerazioni sugli array ora evitano chiamate virtuali inutili.
Ogni parte del runtime è stata toccata, affinata e ripulita dalle inefficienze, con un risultato chiaro: l’applicazione consuma meno CPU, meno memoria e risponde più rapidamente.
Alla fine, la velocità non è un lusso.
È il prezzo del biglietto per restare competitivi.
Se oggi stai ancora facendo girare le tue applicazioni come se le risorse fossero infinite, non è solo un dettaglio tecnico, è una scelta strategica che parla del tuo futuro professionale.
Ogni millisecondo che lasci sul tavolo è un vantaggio che stai regalando a qualcun altro.
Se vuoi imparare a progettare applicazioni .NET che sfruttano davvero questa nuova velocità, riducono i costi cloud e ti rendono uno sviluppatore più consapevole e più richiesto, è il momento di trasformare questo insight in un passo concreto.
Nel Corso C#ti mostro come usare le novità di runtime in modo intelligente, non superficiale.
Lasciami i tuoi dati e ti spiego come portare la tua codebase all’efficienza che merita.
NativeAOT non è più un esperimento: è la tua arma segreta

Fino a poco tempo fa compilare applicazioni in codice nativo era un’idea affascinante, una sorta di esperimento da provare per curiosità ma troppo fragile per entrare davvero nel lavoro quotidiano. ù
Era una promessa interessante, che però finiva spesso accantonata perché non ancora pronta per un utilizzo maturo.
Con .NET 10 questa situazione cambia completamente, perché ciò che sembrava incompleto diventa improvvisamente solido, affidabile e sorprendentemente semplice da usare. ù
Ora puoi prendere una console app, un piccolo tool che utilizzi ogni giorno o persino uno script isolato e trasformarlo in qualcosa che si avvia in un attimo e pesa molto meno di quanto avresti immaginato.ù
Non è un semplice miglioramento tecnico da aggiungere alla lista, ma un cambio di prospettiva.ù
È il momento in cui capisci che anche il modo in cui distribuisci le tue applicazioni può diventare più essenziale, pulito e diretto. In pratica significa poter ottenere:ù
- microservizi che entrano in azione immediatamente, senza attese inutili
- container leggeri, senza zavorre, pronti a scalare senza fatica
- strumenti che gli utenti installano una sola volta, senza runtime pesanti o dipendenze fastidiose
- vantaggio concreto nei servizi serverless, dove ogni frazione di secondo conta
Quei piccoli ritardi che prima ti facevano storcere il naso ora spariscono.
L’avvio a freddo si dissolve e rimane solo un sistema che risponde subito, come se fosse sempre stato pronto.
La parte sorprendente è che non devi rinunciare alla tua esperienza di sviluppo per ottenere queste prestazioni, perché puoi continuare a lavorare in modo fluido senza sacrificare la velocità.
Per la prima volta non c’è più una scelta obbligata tra rapidità e serenità del flusso di lavoro.
Le hai entrambe, senza compromessi.
È come togliere finalmente il freno a un progetto che cercavi di far correre da anni.
Se stai costruendo microservizi, strumenti da riga di comando o applicazioni destinate a vivere ai margini dell’infrastruttura, NativeAOT in .NET 10 diventa un punto di separazione fondamentale.
È la linea che distingue un prodotto pesante e macchinoso da uno che si muove con la naturalezza che hai sempre immaginato.
Se senti che la tua architettura è più pesante del necessario, ma continui a rimandare, questo è esattamente il tipo di scelta che ti rallenta senza che tu te ne accorga.
NativeAOT oggi non è più un esperimento: è il modo in cui costruisci software leggero, rapido, immediato.
Nel Corso C#ti guido a integrare NativeAOT nelle tue applicazioni senza tentativi alla cieca, senza rischi e senza mesi di prove inutili.
È un punto di svolta per chi vuole scrivere microservizi e tool che si comportano come strumenti professionali.
Lasciami i tuoi dati e ti mostro come alleggerire la tua architettura davvero.
C# 14: meno codice, più chiarezza, zero compromessi
Ogni volta che esce una nuova versione del linguaggio ti ritrovi con la solita domanda che riaffiora: “Ok, ma nella mia giornata cosa cambia davvero?”.
Puoi leggere pagine di novità, ma poi scopri che ne userai solo una parte, mentre il resto resta lì, dimenticato come un attrezzo mai tirato fuori dalla scatola.
C# 14 però rompe questo schema, perché non prova a stupirti con funzioni esotiche.
Non ti chiede di imparare trucchi che userai una volta ogni tre anni, ma ti mette davanti proprio ciò che ti serviva, quelle migliorie che aspettavi senza riuscire nemmeno a definirle.
È come se qualcuno avesse osservato le tue giornate, le frustrazioni, i punti in cui rallentavi, e avesse deciso di toglierti peso invece di aggiungerne.
Le nuove proprietà con campo implicito ti permettono di inserire un po’ di logica dove prima c’era solo codice piatto, senza smontare nulla e senza rimettere mano a metà classe.
È un gesto semplice, tranquillo, che non mette ansia e non rischia di rompere ciò che funziona.
Le field-backed properties eliminano quella sensazione di incertezza che provavi quando volevi personalizzare una proprietà originariamente automatica.
Ora puoi farlo senza timore, senza riscrivere tutto.
È sorprendente quanto un cambiamento così piccolo possa darti una sensazione così grande: la libertà di intervenire senza temere conseguenze.
Il null-conditional assignment ti salva da quegli if infiniti che consumavano pazienza e attenzione.
Prima dovevi vigilare su ogni accesso come in un campo minato, ora una sola riga fa il lavoro in modo chiaro e pulito.
Non è solo praticità, è aria fresca nella testa.
Gli extension blocks portano ordine dove prima c’era una raccolta disordinata di metodi sparsi, permettendoti di organizzare tutto in modo naturale ed elegante.
È come passare da un tavolo caotico a una scrivania ordinata dove ogni cosa trova finalmente il suo posto.
Partial constructors e partial events sono quella conferma discreta che generatori e codice scritto a mano possono convivere senza conflitti.
Sei tu a decidere cosa mantenere e cosa lasciare, senza la sensazione di dover combattere contro gli strumenti che usi.
Perfino le ottimizzazioni sugli Span hanno il sapore di un aiuto silenzioso: il compilatore anticipa il tuo intento e ti libera da passaggi superflui, come un collaboratore che capisce ciò che vuoi fare prima ancora che tu lo dica.
E poi ci sono le piccole rifiniture, quelle che magari non fanno rumore ma che riducono ripetizioni, puliscono il codice e ti fanno risparmiare tempo.
Non devi più ricorrere a compromessi o a soluzioni forzate per far convivere ciò che scrivi tu e ciò che genera la macchina: ora si incastrano in modo naturale, come se fossero pensati per respirare insieme.
Non è una rivoluzione plateale, è un’evoluzione che ti accompagna con delicatezza, come un linguaggio che comprende la direzione in cui vuoi andare e ti lascia strada libera.
C# 14 non ti costringe a cambiare abitudini, ti permette semplicemente di lavorare con maggiore leggerezza, come una brezza che entra da una finestra appena aperta e rinfresca una stanza rimasta chiusa troppo a lungo.
La perfezione si ottiene non quando non c’è più niente da aggiungere, ma quando non c’è più niente da togliere.Antoine de Saint-Exupéry — scrittore, aviatore (1900 – 1944)
Per la prima volta dopo tanto tempo senti davvero che il linguaggio è dalla tua parte.
È l’evoluzione naturale di uno strumento che cresce insieme a te.
L'AI non è più un'aggiunta: è parte del framework

Se fino a oggi hai pensato che l’AI fosse un territorio riservato a chi vive immerso in notebook e formule, .NET 10 arriva a smentirti con una naturalezza sorprendente.
Non è più qualcosa che osservi da lontano, come un mondo separato e difficile da raggiungere.
Diventa parte del tuo lavoro quotidiano senza chiederti di cambiare identità o modo di pensare.
Microsoft ha fatto una scelta inattesa, trasformando l’intelligenza artificiale in una presenza integrata, stabile e pronta all’uso, non in una libreria da sperare che si comporti bene.
È qualcosa che trovi già al centro del tuo ambiente di sviluppo, progettata per restare e per accompagnarti.
Il Microsoft Agent Framework diventa il cuore pulsante di questa nuova esperienza.
Riunisce ciò che prima era disperso, frammentato o complicato da combinare e lo trasforma in un percorso unico e coerente.
Ti permette di costruire agenti che funzionano davvero, non demo da conferenza, flussi che seguono logiche reali, collaborano, si passano il testimone e si organizzano come un team che sa cosa fare e quando farlo.
Accanto a tutto questo arriva il Model Context Protocol, che cancella quella sensazione di “integrazione impossibile” che ti ha accompagnato per anni.
Dove prima c’erano righe di codice personalizzate, dipendenze strane e soluzioni improvvisate, ora trovi uno standard che apre possibilità invece di limitarle.
Permette ai tuoi agenti di dialogare con strumenti, database, API e risorse aziendali senza dover riscrivere integrazioni ogni volta.
È come consegnare loro la chiave di casa invece di farli bussare a ogni porta.
Tutto si collega con una semplicità che quasi sorprende, come se qualcuno avesse deciso di eliminare finalmente la fatica superflua.
Microsoft.Extensions.AI ti regala una tranquillità nuova: puoi cambiare provider senza ribaltare l’applicazione, parlare con piattaforme diverse senza ricominciare da zero e usare modelli locali quando vuoi proteggere i tuoi dati.
Non è soltanto flessibilità, è la libertà di scegliere senza il peso della complessità.
E poi c’è Entity Framework Core 10, che porta nel quotidiano ciò che fino a ieri sembrava un esperimento: ricerche intelligenti, analisi che apprendono dal contesto, sistemi che recuperano l’informazione giusta al momento giusto.
È la stessa esperienza di sempre, ma arricchita da uno strato di intelligenza che non devi implementare tu, perché è già integrato.
Il futuro arriva comunque; la differenza la fa chi è pronto a riceverlo.Alan Kay — informatico, pioniere della programmazione a oggetti (1940 – vivente)
Il messaggio è chiaro: l’AI non è più un mondo distante o complicato.
È diventata una parte stabile e imprescindibile del tuo stack, del tuo flusso di lavoro, delle tue soluzioni.
E una cosa è evidente: se non inizi ora, tra qualche mese potresti ritrovarti a guardare gli altri correre mentre cerchi ancora di capire da dove partire.
C’è chi sta imparando a usare l’AI in .NET e tra qualche mese sembrerà avere superpoteri, e c’è chi è ancora lì a guardare da lontano.
L’AI integrata in .NET 10 non è una curiosità: è un cambio di ruolo professionale.
Nel Corso C#ti insegno come integrare agenti, orchestrazioni, contesti e modelli dentro il tuo codice senza diventare dipendente da tutorial o soluzioni improvvisate.
È il momento di diventare uno sviluppatore che guida, non che insegue.
Lasciami i tuoi dati e iniziamo a costruire questa competenza insieme.
La sicurezza post-quantum non è fantascienza: è qui

C’è una minaccia che oggi molti ignorano, ma che domani potrebbe mettere in crisi ogni sistema di sicurezza che utilizziamo: i computer quantistici.
Non sono più teoria, esistono davvero, stanno evolvendo e quando raggiungeranno una potenza sufficiente spezzeranno gli algoritmi di crittografia asimmetrica su cui si regge Internet.
È una prospettiva che inquieta, perché tutto ciò che protegge comunicazioni, transazioni e identità digitali dipende proprio da quei meccanismi.
.NET 10 è uno dei primi framework mainstream a integrare una crittografia resistente ai computer quantistici.
Porta nel tuo lavoro strumenti che guardano avanti e che non richiedono competenze da esperto per essere efficaci.
Ti dà la possibilità di costruire sistemi che restano solidi anche quando il contesto cambia.
Include algoritmi per firme digitali post-quantum, metodi per l’incapsulamento sicuro delle chiavi e approcci ibridi che uniscono tecniche tradizionali e post-quantum per ottenere la massima protezione.
La sicurezza non è un prodotto, è un processo.Bruce Schneier — crittografo, esperto di cybersecurity (1963 – vivente)
Se stai sviluppando infrastrutture critiche, certificati di lunga durata, sistemi governativi, bancari o sanitari, questa non è una funzionalità accessoria.
È il confine tra essere preparati e ritrovarsi impreparati quando la minaccia diventerà concreta.
E mentre ti prepara al futuro, .NET 10 interviene anche sul presente.
Le passkey e il supporto WebAuthn eliminano il peso delle password, quella vecchia abitudine fragile che crea più problemi che soluzioni.
L’autenticazione diventa un gesto naturale, basato su ciò che sei invece di ciò che devi ricordare.
Il fatto che tutto sia integrato in Identity ti permette di adottarlo senza complicazioni.
Lo stesso vale per gli aggiornamenti che rafforzano la comunicazione sicura, per i protocolli che chiudono varchi ormai superati e per gli strumenti che rendono più semplice impostare connessioni robuste senza sacrificare la fluidità.
Ogni dettaglio è pensato per evitare che tu debba correre a tappare falle in seguito, ogni componente riduce lo spazio per gli errori.
Perché la sicurezza non è qualcosa che si aggiunge quando avanza tempo.
È una promessa verso chi userà ciò che costruisci, e .NET 10 ti offre finalmente gli strumenti per mantenerla sin dal primo giorno.
ASP.NET Core 10: finalmente OpenAPI 3.1 e validazione automatica

Se costruisci API ogni giorno conosci bene quella sensazione di perdere tempo in dettagli che non dovrebbero nemmeno esistere.
Configurazioni interminabili, validazioni ripetitive, documentazione che invecchia mentre la scrivi.
È un lavoro che svuota, perché sai che non stai creando valore, stai solo rincorrendo ciò che dovrebbe già essere pronto.
ASP.NET Core 10 arriva come quel momento in cui finalmente qualcuno riconosce quella fatica e decide di alleggerirla davvero.
Con questa versione ti ritrovi con:
- documentazione delle API moderna, chiara e allineata a ciò che gli strumenti esterni si aspettano
- validazioni automatiche che eliminano il codice ripetitivo e gli stessi controlli scritti mille volte
- gestione della cache più affidabile, senza soluzioni improvvisate o trucchi temporanei
- streaming in tempo reale più fluido, ideale per dashboard, aggiornamenti continui e output dei modelli linguistici
- applicazioni WebAssembly che si caricano più rapidamente e restano reattive anche con connessioni deboli
Ogni miglioramento punta nella stessa direzione: toglierti peso, ridurre rumore, permetterti di ottenere risultati più puliti e più solidi.
Dove prima servivano aggiustamenti artigianali ora trovi comportamenti chiari, regole affidabili, strumenti che funzionano esattamente come ti aspetti.
Il tutto con una semplicità che lascia spazio al flusso naturale delle richieste invece che ai workaround.
È la sensazione di lavorare con un framework che non ti ostacola più, ma rimuove barriere che hai sopportato per anni.
Con ASP.NET Core 10 hai interfacce che reagiscono come dovrebbero e puoi tornare a concentrarti su ciò che conta davvero: creare.
Ogni bug evitabile, ogni validazione scritta a mano, ogni documentazione da rincorrere è tempo che rubi alla parte del tuo lavoro che ti fa crescere davvero.
ASP.NET Core 10 ti toglie questi pesi di dosso, ma solo se sai sfruttarlo davvero.
Nel Corso C# ti mostro come costruire API solide, leggibili e professionali con la mentalità di chi pensa alla manutenzione futura, non solo alla consegna di oggi.
Lasciami i tuoi dati e trasformiamo insieme il tuo modo di progettare le API.
Entity Framework Core 10: LINQ che finalmente fa quello che vuoi
Il modo in cui lavori con i dati è sempre stato una sorta di compromesso: comodo quando tutto rimane semplice, faticoso non appena provi a spingerti oltre.
Entity Framework ha incarnato per anni proprio questo equilibrio instabile.
Ti facilita la vita finché il progetto è piccolo, poi inizia a mostrarti i suoi limiti e ti ritrovi a stringere i denti, più per abitudine che per reale convinzione.
EF Core 10 rompe finalmente questo schema e ti restituisce ciò che hai sempre sperato mentre lavoravi in silenzio, aspettando che qualcuno comprendesse davvero le tue frustrazioni.
Ti offre strumenti che non sembrano rimedi temporanei o scorciatoie, ma risposte dirette ai problemi che affronti ogni giorno.
Con EF Core 10 il lavoro sui dati diventa più naturale perché puoi:
- scrivere join comprensibili senza acrobazie, ottenendo collegamenti tra tabelle in modo diretto
- gestire aggiornamenti complessi usando condizioni e logica leggibile, senza dover ricorrere sempre al SQL manuale
- attivare o disattivare filtri in modo mirato, invece di spegnere tutto con un unico interruttore globale
- modellare oggetti complessi (indirizzi, importi, coordinate) senza forzarli in strutture innaturali
- interrogare colonne JSON direttamente nel database, senza caricare più dati del necessario
- sfruttare ricerche intelligenti e per similarità con la stessa naturalezza con cui scrivi qualsiasi query
Ti mette finalmente davanti strumenti che fino a ieri sembravano fuori portata senza ricorrere a codice complicato.
EF Core 10 smette di essere la scelta “perché non c’è altro” e diventa la scelta perché fa ciò che ti aspetti, nel modo in cui ti aspetti che lo faccia.
È la sensazione di avere un sistema che non ti ostacola ma lavora nella tua stessa direzione, uno di quei rari momenti in cui senti che il framework sta collaborando con te invece di complicarti il percorso.
Aspire: cloud-native senza dolore

Costruire applicazioni cloud-native spesso significa cercare di tenere insieme un mosaico immenso usando solo le mani.
Ogni parte diventa un mondo a sé, ogni servizio reclama attenzione e ogni componente richiede tempo, studio e pazienza.
Ogni pezzo è importante, ogni ingranaggio ha un suo ritmo, ma raramente si coordina davvero con gli altri.
La scoperta dei servizi, la telemetria distribuita, la configurazione da domare, i container da orchestrare, le dashboard ricucite a mano… a volte sembra di dedicare più energie a mettere ordine che a creare valore.
L’essenza della complessità è la mancanza di una struttura chiara.
Edsger Dijkstra — informatico, padre della programmazione strutturata (1930 – 2002)Aspire arriva come una boccata d’aria dopo una salita senza fine.
Ti offre un modo di lavorare che non assomiglia a magia, anche se a tratti ci si avvicina, ma a semplice buon senso applicato ai problemi reali.
Crei un nuovo progetto e trovi un ecosistema già pronto, allineato e organizzato, in cui ogni servizio conosce gli altri e tutto prende forma con naturalezza.
Per la prima volta non devi più inseguire configurazioni sparse o dipendenze difficili da ricordare.
La dashboard ti regala la visione che hai sempre desiderato: un punto centrale da cui osservare la vita del sistema, capire come reagisce, cosa lo rallenta e cosa lo sostiene.
Non devi più incollare insieme strumenti eterogenei, perché ciò che ti serve è già lì, chiaro e vivo.
La sorpresa più grande è che Aspire non si rinchiude nel suo perimetro.
Accoglie tecnologie e linguaggi diversi, servizi esterni, come per dirti che il tuo stack non deve più essere un compromesso.
Puoi orchestrare tutto con la stessa semplicità, senza sentirti costretto dentro confini che non ti appartengono.
Le integrazioni pronte, il modo naturale in cui i servizi comunicano, la sicurezza che non devi più costruire pezzo per pezzo.
Tutto sembra pensato per alleggerirti, per risparmiarti quelle notti passate a capire perché un certificato non viene accettato o perché un servizio non riesce a trovare l’altro.
È come passare da una stanza piena di fogli sparsi a un’unica lavagna dove tutto è ordinato.
I servizi si collegano tra loro con la facilità di un puzzle già sagomato.
E la sicurezza, che di solito richiede script delicati e certificati gestiti a mano, diventa finalmente qualcosa di limpido e prevedibile.
Tutto è dichiarativo, chiaro, stabile.
Nessuna improvvisazione, nessun rischio nascosto.
Aspire è la risposta di Microsoft a un problema che conosci bene: il cloud-native è un groviglio.
È come se finalmente ti dicesse: “Sappiamo quanto sia difficile. Ora rendiamolo semplice”.
E questa volta quella promessa sembra davvero mantenuta.
SDK e tooling: script C#, tab completion, container nativi

Le funzionalità più vistose catturano l’attenzione, ma sono sempre i piccoli gesti del tuo ambiente di lavoro a determinare davvero come scorrerà la giornata.
.NET 10 porta proprio quel tipo di miglioramenti che non finiscono nelle presentazioni ufficiali, ma che senti ogni volta che scrivi una riga di codice in più.
Gli strumenti plasmano il pensiero tanto quanto il pensiero crea gli strumenti.
Marshall McLuhan — filosofo della comunicazione (1911 – 1980)Gli script C# diventano finalmente leggeri, immediati, quasi spontanei.
Non devi più creare un progetto completo per provare un’idea o automatizzare un compito semplice: scrivi il file, lo esegui e hai subito ciò che ti serve.
Un gesto rapido che ti restituisce tempo e ti riavvicina alla parte più creativa del tuo lavoro.
Il completamento automatico nei terminali elimina la fatica di ricordare comandi, opzioni e sintassi che usi di rado.
Premi tab e tutto si presenta davanti a te, come se il sistema avesse deciso di non farti sprecare più minuti dietro ai dettagli.
La possibilità di creare container direttamente dall’SDK ti restituisce quella pulizia che cercavi da tempo.
Nessun file superfluo, nessuno strato ambiguo da interpretare, nessun passaggio delicato che rischia di rompersi.
Solo un comando chiaro che produce esattamente ciò che ti serve.
Anche il modo in cui esegui i test cambia ritmo.
Risposte più rapide, risultati più leggibili, diagnosi più trasparenti: tutto sembra progettato per farti percepire che il framework lavora insieme a te, non contro di te.
E quando vedi diminuire i tempi di compilazione, sparire i pacchetti inutili e diventare più prevedibile l’intero processo di build, capisci quanto ogni intervento contribuisse alla tua fluidità quotidiana.
Perfino MSBuild, ora allineato al resto dell’ecosistema, trasmette la sensazione che gli anni delle incompatibilità e delle stranezze isolate stiano finalmente volgendo al termine.
È un senso di continuità, di ordine, di strumenti che parlano la stessa lingua.
Ogni dettaglio in .NET 10 è pensato per ridurre l’attrito, liberarti da ciò che ti rallenta e lasciarti concentrato su ciò che conta davvero.
Perché il miglior strumento è sempre quello che riesci a dimenticarementre lavori nel modo più naturale possibile.
Gli strumenti possono darti tempo o rubartelo.
Se usi ancora .NET come cinque anni fa, ignorando automation, script, container nativi e test moderni, stai rinunciando a metà della tua produttività.
Nel Corso C#ti insegno a trasformare il tuo ambiente di lavoro in una macchina che lavora per te, non contro di te.
Ogni ottimizzazione diventa un’abitudine, ogni giorno diventa più leggero.
Lasciami i tuoi dati e ti aiuto a costruire un setup che aumenta la tua efficienza reale.
.NET MAUI e le altre piattaforme: desktop e mobile maturi

.NET MAUI non è partito nel modo più semplice.
Per un periodo è sembrato quel progetto promettente che però non riusciva a stare al passo con le aspettative.
Bug diffusi, lentezze difficili da spiegare, la sensazione costante di lavorare con qualcosa che non era ancora davvero pronto.
Con .NET 10 questa storia cambia in modo netto. MAUI non è più un prototipo in evoluzione, ma una piattaforma che finalmente respira, si muove e risponde con la solidità di un’applicazione reale.
Ogni parte mostra una maturità nuova.
La semplicità è il risultato della maturità.Friedrich Nietzsche — filosofo (1844 – 1900)
Telemetria, scoperta dei servizi, osservabilità… tutto ciò che prima appariva come un puzzle da comporre a mano ora si allinea da solo, permettendoti di concentrarti su ciò che conta davvero: costruire.
Anche gli strumenti che usi ogni giorno iniziano a comportarsi come avresti voluto dall’inizio.
Le interazioni risultano più naturali, le gesture rispondono senza ritardi, le animazioni scorrono fluide come se l’interfaccia avesse imparato a respirare.
Gli elementi che sembravano fragili ora sono solidi, quelli rigidi diventano flessibili.
Su ogni piattaforma si percepisce un cambio di passo.
Le app su iOS, Android, Windows e macOS non danno più l’idea di compromessi mal riusciti, ma offrono esperienze coerenti e adatte al contesto in cui vivono.
Look uniforme, fluidità rassicurante, una maturità che ti fa pensare: “Ora posso davvero fidarmi”.
E mentre MAUI cresce, anche WPF e WinForms smettono di sembrare “il passato che resiste” e diventano strumenti mantenuti con cura, migliorati e affinati.
Non più relitti supportati per obbligo, ma parti vive di un ecosistema che continua a evolversi.
Il messaggio è chiaro: se costruisci interfacce desktop o mobile, .NET 10 è il momento in cui smetti di arrangiarti e inizi a lavorare con strumenti che finalmente ti sostengono invece di ostacolarti.
Da dove vieni e perché .NET 10 è il salto che aspettavi

Prima di capire cosa ti offre davvero .NET 10, devi guardare con sincerità il punto da cui stai partendo.
Se sei ancora su .NET Framework 4.8, lo sai già: funziona, regge, fa il suo lavoro, ma è una tecnologia che appartiene a un’epoca lontana.
È ottima quando devi tenere in piedi un software che vive di passato, ma diventa un freno non appena provi a costruire qualcosa che guarda avanti.
Non si può costruire il futuro con gli strumenti del passato.Winston Churchill — statista (1874 – 1965)
Il mondo di oggi corre veloce, si muove in ambienti che cambiano forma, vive su Linux, respira nei container, cresce orizzontalmente, si intreccia con servizi cloud come se fosse la cosa più naturale del mondo.
E .NET Framework non è nato per questo tipo di corsa .NET 10 invece sì.
Se arrivi da .NET 7 hai un’altra verità davanti agli occhi: è una versione valida e solida, ma con una data di scadenza chiara.
Ti ha accompagnato fin qui, ma non può accompagnarti oltre perché era un passo intermedio, una tappa, non la destinazione.
E se ti sei avvicinato a .NET 9, hai già intuito la direzione in cui Microsoft stava guardando.
Una versione rapida, fluida, piena di idee… ma fragile nel tempo.
Diciotto mesi di vita non sono la base su cui costruire un progetto che deve durare anni.
Era una finestra, non una porta: .NET 10 è la porta.
È la versione pensata per restare, per sostenere, per crescere con te.
È quella che scegli quando vuoi fondamenta solide e non un pavimento instabile.
Migrare a .NET 10 non significa inseguire la moda del momento; significa smettere di lavorare con attrezzi che appartengono al passato mentre gli altri stanno già costruendo con quelli del domani.
È una scelta di lucidità prima ancora che di tecnologia.
Migrare non è rischioso: è restare fermi che lo è

Arriviamo al punto che tutti rimandano, quello che affronti sempre per ultimo come una telefonata che non hai voglia di fare: la migrazione.
Ti appare come un salto nel vuoto, un rischio evitabile, una fatica che non trovi mai il momento giusto per affrontare.
E invece, se ti concedi un istante, scopri che la verità è l’esatto contrario.
.NET 10 non porta rivoluzioni che stravolgono il tuo mondo né cambiamenti capaci di destabilizzare ciò che hai costruito.
Le differenze reali sono minime, piccoli aggiustamenti che non spezzano nulla se il tuo sistema è stato progettato con cura.
È un passaggio lineare, definito, rassicurante: mette al sicuro il tuo lavoro senza complicazioni inutili.
Il processo, alla fine, è molto più semplice di quanto sembri:
- fai un backup del progetto
- aggiorni lo SDK
- imposti il TargetFramework su net10.0 e la LangVersion su 14
- lanci la tua suite di test
- se tutto passa, sei già pronto a mettere in produzione
E se qualcosa si rompe, spesso il problema non è .NET 10, ma un bug che era lì da tempo e che finalmente emerge.
In ogni caso, esci comunque guadagnando qualcosa.
Poi c’è il tema che fa davvero la differenza: il tempo.
Tre anni di supporto garantito, fino al 2028. Tre anni in cui non devi inseguire patch, hotfix o versioni intermedie.
Tre anni di stabilità mentre il resto del mondo si muove in modo caotico, senza una direzione chiara.
Con .NET 10 scegli una base solida e matura, e quando arriverà la prossima LTS potrai fare il salto successivo con la tranquillità di chi ha scelto bene fin dall’inizio.
Siamo arrivati al bivio.
Davanti a te ci sono due strade.
La prima è comoda, tiepida, rassicurante: quella in cui ti dici che sì, è tutto interessante, ma magari “tra qualche mese”, quando la routine rallenterà e avrai più spazio per pensarci.
L’altra è quella che ti cambia davvero.
Quella che imbocchi quando quella voce dentro di te dice: “Ora. Non domani”.
.NET 10 non è un aggiornamento di fine anno né una casella da spuntare in un piano tecnico.
È il momento in cui decidi da che parte della storia vuoi stare.
Il vero rischio non è migrare.
Il vero rischio è restare fermi mentre tutto intorno si muove, e accorgerti tra due anni che non hai più margine per recuperare.
È una di quelle occasioni rare che vanno prese quando arrivano, non osservate mentre si allontanano.
Entra nel Corso C#e inizia a costruire il futuro che gli altri stanno ancora aspettando.